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La fermentazione è stato un tema davvero caldo negli ultimi anni.
A dire il vero è una tecnica molto conosciuta ed ampiamente usata in tanti ambiti della cucina e della conservazione, ma solo negli ultimi anni si è diffusa ulteriormente come pratica di conservazione da sperimentare in casa propria. In fondo non possiamo dimenticare che la fermentazione è conosciuta ed usata dall’essere umano da almeno 9000 anni. E negli ultimi è diventato un vero argomento di tendenza, come ci dimostrano l’aglio nero, il sake’, il kimchi e o il kombucha, tutti provenienti dall’Asia.
Ma andiamo con ordine, così da non fare confusione e iniziamo con il parlare delle fermentazioni che tutti conosciamo.
Il vino : la fermentazione alcolica che rese felice Bacco
Il vino è letteralmente frutto della fermentazione alcolica del mosto ricavato dall’uva. Durante questo processo, grazie all’azione dei lieviti, lo zucchero si trasforma in alcol e anidride carbonica e si formano tutta una serie di sottoprodotti che sono gli aromi secondari che ritroviamo nel vino.
I lieviti sono naturalmente presenti nell’aria. Se la fermentazione avviene solo attraverso quelli naturali, allora si parla di lieviti autoctoni, ma è possibile anche selezionarli, se si cerca un prodotto dalle caratteristiche e profumi differenti.
Questo processo ovviamente riguarda tanto i vini bianchi quanto i rossi, e ovviamente le bollicine che puoi trovare sempre riforniti nella nostra enoteca online.
La birra : gli stili e la fermentazione
Un altro prodotto che subisce la fermentazione è la birra. In questo caso, a seconda che si tratti di birre ad alta o bassa fermentazione, vengono aggiunti due tipi di lieviti differenti che si attivano a temperature diverse. Questo vale anche per le tempistiche. Le birre ad alta fermentazione (le ale) subiscono l’azione dei Saccharomyces Cerevisiae, che sono attivi fra i 12°C e i 23°C. Quelle a bassa fermentazione (le lager) invece vengono prodotte usando i Saccharomyces pastorianus, che lavorano meglio fra i 7°C e i 9°C.
Negli ultimi anni anche la produzione di birra fai da te è diventata affare e culto casalingo, attraverso appositi kit, malti e lieviti che vengono commercializzati e che permettono di ottenere birre di stili differenti. Come quelli dell’azienda Larix e la sua linea Cooper che rende facile brassare in casa pale ale, lager, blonde, bitter e tutti gli stili che ami di più.
Se sei un amante della birra, ma ti piace trovarla già fatta, sempre negli ultimi anni c’è stato un vero spopolare di birrifici artigianali italiani da far invidia all’Oktoberfest. Ne abbiamo selezionati alcuni fra quelli che ci sono piaciuti maggiormente.
La birra : i produttori italiani che abbiamo scelto
Nella nostra sezione Birre artigianali italiane, ad esempio, puoi trovare le birre venete di 32 Via dei Birrai, che si ispirano prevalentemente allo stile belga, corpose e molto aromatiche. O le birre toscane di Bruton, proprio di Lucca. Il nome del produttore deriva da quello dato ad una bevanda a base di cereali fermentati tipica dell’isola di Creta, del tutto simile alla birra. Una sua antenata.
Fra i produttori che abbiamo selezionato, a noi più vicini perché appartenenti alle nostre terre, puoi trovare le birre di Birrificio Inesistente, premiate e riconosciute ogni anno dalla guida Slow Food (è davvero imperdibile la loro mitica Sveltina), birrificio Luppolajo (che è l’antico nome con cui veniva definito il campo dove viene coltivato il luppolo), l’agribirrificio Statale 343 che produce anche i cereali (fra cui l’orzo da cui viene ricavato il malto per la sua realizzazione e due tipi di luppolo) e l’Agricola Stoffi che le produce in collaborazione con o stesso Luppolajo.
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