testo a cura di Gianfranco Allari
Recipiente per la cottura di forma cilindrica con diametro che varia dai 10 ai 60 cm, fornito di un manico o di due maniglie. Il termine ricalca il francese casserole, a sua volta derivante dal provenzale cassa, che indicava un piatto idoneo per la cottura in forno. Poiché questo recipiente trasmette il calore agli alimenti direttamente da tutta la sua superficie, è importante che sia realizzato con ottimi conduttori di calore, come rame stagnato, alluminio, acciaio inossidabile, ghisa o vetro.
Le casseruole si dividono in tre sottocategorie:
- casseruola fonda a due maniglie cilindrica, impiegata generalmente per la brasatura o per tutte quelle cotture dove l’alimento cuoce nel proprio succo o comunque con pochi liquidi, come stufati e ragù
- casseruola mezzo fonda cilindrica solitamente con un manico o due maniglie ha i bordi alti esattamente la metà del diametro del fondo. È adatta per ricette che richiedono una cottura lenta con pochi liquidi e a bassa temperatura. Si usa per glassare le verdure.
- casseruola bassa a due maniglie cilindrica, detta anche rondò, la cui altezza è uguale ad un terzo del suo diametro, si presta per preparazioni che necessitano di una veloce evaporazione come i risotti o per la cottura di alimenti di dimensioni ridotte come spezzatini, ortaggi, legumi pesce a tranci.
Esistono casseruole speciali per la cottura a bagnomaria, o ancora altre di forma ovale, particolarmente adatte per la cottura di volatili, pesci o carni, come arrosti o cotechini.
Tips & Tricks
È buona norma, indipendentemente dal tipo di casseruola che si utilizza, usare solo utensili in legno o in plastica in quanto il rischio di graffiare il fondo della pentola diminuisce sensibilmente rispetto a posate appuntite e in acciaio.
Per le casseruole antiaderenti è necessario al momento del primo utilizzo sciacquare la pentola con acqua tiepida e detersivo senza utilizzare alcuna spugnetta abrasiva. Dopo averla accuratamente asciugata, è utile stendere sul fondo della casseruola un sottile strato d’olio per migliorarne l’effetto antiaderente e, se è possibile, ripetere l’operazione periodicamente per garantire che l’aderenza si prolunghi nel tempo.
Per quanto riguarda la pulizia, si raccomanda di non utilizzare detergenti particolarmente aggressivi. Solitamente, i comuni detersivi per i piatti sono appropriati, l’importante è che non usiate mai anticalcare con l’intento di sbiancare o eliminare gli aloni che si possono formare specialmente sulle pentole in alluminio. Ricordiamo infatti che, nel caso delle pentole in alluminio, l’alone scuro è una naturale protezione del metallo e che, per le pentole in teflon, se notate aloni chiari causati magari da una eccessiva permanenza della pentola sul fuoco, non provate ad usate detergenti aggressivi perché potreste rischiare di danneggiare irreversibilmente lo strato antiaderente.
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